14 novembre 2013

Scelta del primo eREADER

Voglio condividere alcune riflessioni sperando che possano essere utili a chi si appresta a scegliere un book reader. 

Siccome, acquistando un eBook,  tu acquisti il diritto di leggere e non la proprietà "fisica" del libro è  importante scegliere il fornitore che si incarica di "conservare" di questo diritto.  Guarda caso il fornitore del servizio di è solitamente legato a doppio giro con il venditore. 

I competitor che io ho valutato sono che per caratteristiche hardware mi sembravano essere l'eccellenza: Sony, Kobo, Amazon.   Con l'esperienza ho però scoperto che l'hardware è solo metà della questione.

Sony utilizza standard molto aperti e non è legato a fornitori particolari ma anche molto carente sotto il profilo dei servizi.

Il servizio migliore te lo offre Amazon con il suo Kindle, che nella versione equivalente al sony  viene a costare ancora meno. (59€ in offerta + 0€ Spese di spedizione)

Se detesti legarti ad un  formato proprietario, e vuoi poter comprare da mondadori, o altri distributori, senza la paranoia di dover convertire i formati, allora puoi comprare Kobo.

Kobo è un ottimo Hw sponsorizzato e gestito da Kobobooks.com e da inmondadori.it
Il costo della versione equivalente al Sony è di 79€ e lo puoi acquistare anche presso i negozi mondadori risparmiando le spese di spedizione (10€).

Oggi come oggi acquisterei Amazon perchè:

  1. posso spedirmi anche dei documenti DOC o PDF via mail ed averli disponibili sul reader.
    capita  spesso di aver piacere di leggere testi che non sono in formato ebook o che non giungono dai normali canali distributivi degli eBook. 
  2. posso scaricare qualcosa di gratis e conservarlo su amazon ed averlo quindi in disponibilità anche sugli latri dispositivi. Il cellulare, il pc a case, il pc a lavoro. Con Kobo posso caricare sul dispositivo degli ebook ma questi non vengono sincronizzati con il servizio di storage e quindi restano nella disponibilità del dispositivo in cui li ho copiati. Inoltre la gestione è piuttosto macchinosa è richiede MicroSD e kodo atto a leggerle e/o un Pc con collegamento USB al reader con software particolari

Sony e Kobo sono ottimi strumenti, io ho acquistato Kobo, ma in questo momento Amazon è superiore e lo sceglierei se non dovessi per questo convertire tutti i libri finora acquistati e i vari reader.

Tenete conto che con Amazon e Kobo hai diritto al software, PC o App, che vi permetterà di leggere i libri anche su altri dispositivi.
Se compri Sony, allora i libri li installi sul tuo reader. Per leggerli altrove o conservarli preservandoli da furti, guasti o smarrimenti del reader, occorre trigare non poco con copie di backup etc...

17 ottobre 2013

MTB - Nei boschi di Prarostino

Salita dura nonostante la quota collinare. Scorci e panorami assolutamente degni di nota nelle giornate in cui la visuale lo permette. Non è un giro facile ne per le pendenze in salita ne per quelle di alcuni tratti di discesa.
Nella parte alta e durante la discesa sono veramente molte le varianti che si incontrano.

Raccomando a tutti di seguire le indicazioni che portano al "punto panoramico". Lo riconoscete dalla traccia perché esce dall'anello nella parte alta del percorso per poi rientrarvi sullo stesso tratto. Comporta un tratto molto breve di bici a spinta ma vi ritroverete su di uno spuntone di roccia che domina la bassa val Chisone, la valle di Pramollo e la pianura Pinerolese. Il tutto immersi nella vegetazione più fitta


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Alcune foto nonostante la giornata piovosa
Album google+

Inverno, un po di Podismo...

Quando le giornate si accorciano mettere insieme delle uscite serali in bicicletta diventa difficile. Il podismo è un modo per restare attivi e per scaricare le tensioni della giornata.
Metto giù un p di itinerari collinari come suggerimento per chi abitasse o vivesse in zona.
Se vi manca il GPS, o gradiste un po di compagnia, si può organizzare un giro in compagnia ....

Giro del belvedere

tutto asfalto con salita, tratto in saliscendi panoramico e discesa al colletto.
Giro del Belvedere di Pinerolo


















Traccia GPS    Giro del Belvedere di Pinerolo

Giro dei sentieri

Bel giro che consiglio anche per le vostre passeggiate domenicali. La parte oltre la chiesa del colletto è tutta un sentiero nel bosco e scendendo sulla traccia si attraversano un paio di sentieri cittadini che restano ancora a testimoniare quello che era Pinerolo 100 anni fa prima dell'avvento delle macchine.
La salita nel bosco è ripida.



Traccia GPS Giro dei sentieri

MTB - Notturna a Costagrande


Giro facile, io l'ho fatto di notte approfittando della luna piena.
Si sale su asfalto verso la collina di Costagrande sopra Pinerolo e poi si procede sullo spartiacque tra la val Lemina di San Pietro e la val noce di Roletto. Giunti al termine dell'asfalto si procede sua strada naturale con un buon fondo e isi termina la salita incrociando la strada asfaltata che scende dal Talucco.
Rapida discesa e, poi per evitare il rientro in Pinerolo si riguadagna Costagrande per sendere direttametne in Pinerolo.

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15 ottobre 2013

MTB - Da Pinerolo a Pinasca


Una giornata di pioggia piacevolmente spesa a perdersi nei boschi tra Pinerolo e Pinasca passando per il Talucco. Il giro è al 100% pedalabile pur di avere robusti garreti in un paio di tratti veramente ripidi a monte del Talucco.
In compenso la discesa attraversa una zona ricca di varianti e con un fondo scorrevole e ben assestato.
Anche con la pioggia non si corrono rischi ed il giro è piacevole. Se non aveste il supporto di un GPS vi troverete a far fronte a mille varianti. credo che almeno 999 portino a valle.  Unica esclusa quella che prenderete voi.
Sentiero non tecnico ma di interesse "naturalistico" e paesaggistico.

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14 ottobre 2013

BDC - Prarostino da Ponte Palestro e poi pianura



Il giro di oggi è un giro particolare da dividere in due parti ben distinte. In pratica credo che si possano proporre come due giri distinti da affrontare in momenti diversi. Per un caso di fortuito li ho concatenati e quindi per dovere di cronaca li riporto in modo sequenziale.

La prima parte tratta di un giro breve in salita con una piacevole discesa, la seconda una passeggiata in pianura fatta per far chilometri senza prendere freddo.
Da Pinerolo si procede in direzione del Sestriere per imboccare la Val Chisone, dopo l'abitato di porte si imbocca un ponticello sulla sinistra denominato ponte Palestro. Il ponte attraversa il Chisone e subito si comincia a salire per una stretta stradina in mezzo al bosco, l'asfalto e malconcio ma in salita non da fastidio, ne darebbe tanto in discesa. La strada è stretta e il valloncello ci avvolge costeggiando un ruscello incassato. in alcuni punti il bosco e la strada di stringono e si ha proprio l'impressione di essere su di un sentiero e non su di una strada asfaltata.  Dopo il cartello che annuncia l'ingresso in Prarostino, la strada si impenna per un breve tratto, poi una leggera discesa per rifiatare e di nuovo due tornanti duri. Il bosco rimane comunque piacevole,suggestivo, fresco d'estate e un po'umido di inverno. Pochi chilometri e si giunge all'abitato di Prarostino dal quale comincia una piacevole e divertente discesa. Asfalto pressoché perfetto e curve mai troppo chiuse che si affrontano in velocità. Prudenza perché nelle uscite di curva, dopo piogge abbondanti si possono trovare delle zone sporche di brecciolino assai insidioso.In Piemonte la manutenzione dei canali di scolo a bordo strada è ormai diventato un lusso che pochi comuni possono permettersi.
Giunti a San secondo cambia il registro del giro, un po'di saliscendi intorno a Bricherasio e poi si esce per la ciclabile che porta verso Bagnolo. Si attraversano bei frutteti e, seguendo la traccia, si arriva fino a Barge per stradine di campagna dense di frutteti. Si scende verso la Crociera ma giunti ad un incrocio si imbocca via soleabò sulla destra per una variante andata e ritorno che porta a vedere begli scorci di pianura contadina. A questo punto abbiamo deciso di procedere per Cavour ma avremmo potuto prendere altre strade.le varianti non mancano anche se varia più la qualità dell'asfalto che il panorama. 
Il giro in esame procede per Cavour,Zucchea di Vigone, Macello, Baudenasca e ritorno a Pinerolo. 
In sintesi 90 chilometri per 750 metri di dislivello.
Quando fa freddo la pianura ha il vantaggio di richiedere uno sforzo costante e di mantenere il corpo caldo.le lunghe fiabe le rivedremo a primavera

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12 ottobre 2013

BDC - Colle della Vaccera

Le previsioni del tempo non erano delle migliori ma stamattina sull'asfalto bagnato il primo sole alzava una nebbiolina sottile che dava corpo alla speranza.
Tanto si parte comunque, per un giro in pianura ma si parte.
Andando verso la Val Pellice il cielo si apre e la luce diventa quella delle migliori occasioni. Ormai abbiamo imboccato la Val Pellice è quindi la voglia di salire con una buona esposizione porta verso la strada.del colle della Vaccera.
Si comincia a salire subito da San Giovanni verso la panoramica, da percorrere tutta per procedere poi in direzione di Angrogna . Poco dopo aver imboccato la valle si prende a destra in direzione delle sonagliette in modo da evitare anche quel minimo di traffico automobilistico.
La salita è regolare e verso i mille metri spiana addirittura. Si sale nel bosco con ampi spazi da cui il sole fa quello che può per scaldare. In più di un occasione il panorama distoglie dalla fatica. 
L'asfalto è umido ma nei punti più soleggiati si sta asciugando. Giunti in prossimità del Colle, poco prima che cessi la vegetazione, troviamo la prima neve dell'autunno. Un sottile strato destinato a sciogliersi in giornata, ma la temperatura è bassa. Siamo sui 5 gradi e l'abbigliamento consta di maniche corte e pantaloncini. Giunti al colle facciamo due foto, che allego, mettiamo l'anti vento e poi subito giù. I guanti estivi non proteggono nulla e le dita in breve perdono sensibilità, frenare diventa un problema e un leggero tremore non aiuta a tenere ferma la bici sulla strada bagnata, sporca di foglie rese viscide dalla pioggia. Pian pianino ma si arriva al fondo.peccato perché il bello di questa strada e che con pochi tornanti si può far correre abbastanza il mezzo in condizioni migliori.
Arrivati al fondo della Valle riprendiamo la panoramica e poi si rientra a Pinerolo per strade secondarie. Splendido giro con in più il gusto di una giornata rubata alle previsioni avverse. La Vaccera non delude mai, nemmeno quando la nebbia limita lo sguardo verso la val pellice o verso Pramollo.


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02 ottobre 2013

Cosa compro ?

Oggi quasi tutti gli smartphone in vendita supportano la tecnologia GPS. Le App che permettono di sfruttarla non si contano. Ognuna con il suo sito e le sue modalità per "socializzare" e condividere gli itinerari, le  prestazioni atletiche e tutto ciò che ne consegue. Basta un gesto per mettere on line un mare di dati.
Mi sono chiesto se non valesse la pena di sfruttare la versatilità di questi dispositivi per avere in un unico apparecchio un telefono, un navigatore, una lettore MP3, una fotocamera, una radio e tutto ciò che l'ecosistema Android può offrire.
Allettante sotto il profilo economico,  costa meno della somma dei vari dispositivi.
Allettante per comodità, perché riempirsi le tasche di tanti oggetti quando uno solo può far tutto.
L'offerta di modelli è ricca e c'è da perdersi tra i mille oggetti che a prima vista sembrano fare tutto con spese che vanno dalle poche decine di euro alle svariate centinaia.
Ho provato ad analizzare le singole funzionalità e identificare le mie esigenze in pochi enunciati per capire cosa facesse al caso mio
  1. Robusto almeno quanto me.
    Troppe volte io e la mia bici finiamo per terra, nel fango o sotto la pioggia per ore.
  2. Una buona autonomia. 
    Un telefono in mezzo ai boschi da solo fastidio se squilla, ma se mai dovessi aver bisogno di soccorso meccanico o sanitario allora diventa uno strumento prezioso. Voglio contare su una batteria ancora efficiente per telefonare. Ricordo ancora i tempi in cui, prima dell'avvento della telefonia mobile, andare per boschi in solitudine era un azzardo non potendo contare su alcun soccorso esterno.
  3. Utilizzabile anche sotto il sole. 
    Non voglio vedere film in HD nella penombra di una casa; voglio disporre delle funzionalità dove mi servono; in pieno sole e con un colpo d'occhio senza andare a cercare l'ombra.
  4. Quantificazione del carico di lavoro
    Chilometri percorsi e dislivello primariamente. Ma poi anche frequenze cardiache o cadenze di pedalata. Tutti parametri che di volta in volta in volta prendo in considerazione per capire come gira.
    A volte mi esaltano i riscontri positivi a volte capisco che è il caso di mollare. In ogni caso registro ogni uscita da anni e non intendo rinunciarvi.
  5. Specificità dello strumento.
    Un lettore MP3 devo averlo sotto le dita per regolare il volume o saltare un brano, un navigatore deve funzionare da anche da fermo e necessità di una bussola elettronica, una macchina fotografica ha bisogno di luce e un "buco" da tre millimetri non ne avrà mai a sufficienza, ancora navigatore, i risultati di anni di sviluppo software non si uguagliano in pochi mesi. 
Gira che ti rigira mi sono accorto che un tutto fare non fa al caso mio. 
I miei bisogni sono ascrivibili a due macro categorie: irrinunciabili e stimolanti.
Irrinunciabile è sapere che posso contare su un aiuto esterno in caso di bisogno estremo, irrinunciabile e misurare i dati di base ed avere un accompagnamento musicale alle mie uscite.
Stimolante è fare delle foto se ne ho voglia, seguire una traccia sconosciuta e misurarsi su tutte quegli aspetti che la tecnologia permette di misurare.

Bene. Per gli irrinunciabili c'è solo il dispositivo specifico, per gli stimolanti voglio divertirmi e non scendere a compromessi. Quindi ho scelto di dotarmi di dispositivi specifici e di scegliere uscita per uscita cosa portarmi dietro. 
E se uscendo senza macchina fotografica, trovassi un elefante lungo il sentiero... beh pazienza.   Forse avrei dovuto lasciare a casa anche la fiaschetta.

28 settembre 2013

MTB - Lauson, Rocca Bianca e Tredici Laghi

Un giro per escursionisti. Se vi piacciono i sentieri di montagna, i luoghi selvaggi i panorami che stupiscono ad ogni curva del sentiero, allora il giro fa per voi. Se vi spaventa caricare la bici a spalle o amate le lunghe discese tecniche allora lasciate stare questo giro.
La salita parte da Trossieri, uno spiazzo sulla sinistra pochi chilometri prima di Perrero in Val Germanasca.
Un ponticello e si comincia a salire su asfalto e poi su di una strada ben battuta fino ai 2000 metri del lago Lauson. La salita e piacevole e si addentra nel bosco salendo verso la conca Cialancia con regolarità. Giunti al lago Lauson potremmo proseguire verso la conca Cialancia lungo la carrozzabile militare e sarebbe anche un giro valido ma se vogliamo cacciarci nei guai dobbiamo scendere a destra al bivio che troviamo prima dello sbarramento, oltrepassare un altro sbarramento poco più a valle e seguire la larga mulattiera che scendendo ci porta ad attraversare un ruscello prima di sparire del tutto.
Da qui si ricomincia a salire seguendo il sentiero. Di pedalare non se ne parla per un po ma la bici si può spingere agevolemente. Il sentiero sale e scende attraversando due valloni con relativi alpeggi abbandonati. Poi si butta su per pascoli e qui chi ha gambe può provare a pedalare. Il posto è stupendo, il sentiero ben segnato ma per nulla frequentato. 400 metri di dislivello in tutto e si giunge alla Rocca Bianca.Volendo si potrebbe scendere per il sentiero che porta alle cave e poi a Indiritti verso Prali. Basterebbe prendere il primo sentiero in discesa che troviamo sulla destra. Ma io ho proseguito in piano lungo quel che resta della strada militare che procede quasi in piano verso i tredici laghi. Ormai è ridotta ad un sentiero ma si può pedalare quasi sempre e sono i chilometri più belli della giornata. Alcuni passaggi si infilano tra le rocce ed il sentiero è sostenuto solo dai muri a secco costruiti dai militari. Dei capolavori di ingegneria che sfidano il tempo e le intemperie con i soli materiali reperibili in quota. Inevitabile il confronto con la caducità delle opere moderne che nonostante ferro e cemento armato non riescono a durare altrettanto.
 Nella parte finale, prima di arrivare alle seggiovie, occorre caricarsi la bici a spalle per due tratti. Il sentiero è proprio incastonato e sale ripido tra le rocce.
Giunti alle seggiovie siamo nel bel mezzo di un Ride Park, gli impianti di risalita portano su botoli vestiti da lord Fener. Sono i bikers del Downhill.
Al colle abbiamo due opzioni, la prima è scendere alla capannina seguendo in discesa gli impianti di risalita e percorrere le piste per il downhill, oppure scendere ai Tredici laghi e da li andare verso Prali.
Il sentiero di un tempo è stato distrutto per farne una pista da discesa, ripida, polverosa, e sassosa.
La discesa è tutt'altro che divertente e va affrontata con attenzione. E' stata ridotta così per incontrare i gusti di chi scende con quelle moto senza motore che chiamano bici. dopo un primo lungo tratto in discesa, all'inizio di una rampetta in salita, troviamo un sentiero sulla sinistra. Quello è ancora un sentiero e anche se breve si permette se non altro di uscire dalla polvere. Poi il sentiero diventa carrozzabile ed infine asfalto per attraversare Ghigo di Prali e tornare lungo la provinciale asfaltata al luogo di partenza.




Altitudine minima 729
Altitudine massima 2479
Dislivello 2080
Chilometri totali 50
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23 settembre 2013

MTB - Colle BIONE

Un giro breve ma intenso che permette di attraversare dei bei boschi e stare in giro qualche ora senza masticare asfalto.
Io sono partito da Selvaggio per partire con pendenze moderate nei primi chilometri ma il percorso è centrato su Coazze, pase della val Sangone che si raggiunge in macchina qualche chilometro dopo aver oltrepassato Giaveno.

La salita comincia seguendo le indicazioni della Valsinera su asfalto. Lasciato l'abitato ci si ritrova subito nei boschi lungo una strada per nulla frequentata. Un GPS è consigliato perchè dopo qualche chilometro si imbocca sulla destra una ampia carrozzabile con i cartelli che indicano un percorso MTB. Il punto di innesto sull'asfalto non è indicato ma il primo cartello lo troviamo dopo un centinaio di metri. La carrozzabile inizia in piano e poi si impenna con dei tratti anche impegnativi la cui fattibilità in sella è legata allo stato del fondo.
Il osco è suggestivo e ne vale la pena. Arrivati a Pian Aschero occorre lasciare a sinistra le indicazioni per Colle Bione e procedere verso destra seguendo le indicazioni per il Colle Braida. Il sentiero a sinistra sarebbe poco pedalabile.
La strada per il Braida passa prima da un sentiero che attraversa una borgata e poi diventa una ampia carrozzabile ahimè frequentata anche dalle macchine che salgano appunto dal Braida.
Si segue facilmente lungo la cresta spartiacque tra val susa e val Sangone senza timore di sbagliare. Basta trascurare le varianti che scendono sia a destra che a sinistra abbandonando  la cresta.
Si giunge al Colle Bione in discesa. Un occhiata la panorama, un boccone e poi si prende il sentiero parallelo alla mulattiera che ci ha portato al prato. Sentiero che parte in piano ma che diventa in breve impegnativo. Qualche passaggio trialistico che per prudenza si può fare anche a piedi. Dura poco perché in poco tempo diventa sempre più piacevole divertente. Un lunghissimo single track che si snoda infinito fino all'abitato di Coazze. Anche senza guardare la traccia GPS e possibile seguire il percorso. Attenzione ai pochi attraversamenti stradali che a volte richiedono di identificare il sentiero qualche metro a monte o valle.
Il divertimento è assicurato. D'altronde per salire sono necessari più del doppio dei chilometri che bastano a scendere.
Tano bosco e tanti lastroni di pietra e tante radici. Con fondo bagnato o foglie abbondanti potrebbe farsi dura e sicuramente il divertimento diminuirebbe drasticamente.

Effettuato in data 22/09/2013
Dislivello in salita 1000 metri
Chilometri   24

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